giovedì 7 luglio 2011

Razzista sarà lei

Stamattina ho avuto la sfortuna di incappare in una tristissima dimostrazione di razzismo. Di quello bieco, che si nasconde dietro la battutina, la presa in giro. Il fatto era di per sè sciocco: due ragazzi che non avevano timbrato il biglietto sono stati beccati dal controllore che, invece di limitarsi a fare il suo dovere, e magari multarli, li ha guardati e ha detto loro, mimando il gesto di un musicista di bongo: - In Nigeria e in Senegal non si timbra il biglietto?

Fastidioso. Molto. E soprattutto ignorato e non notato dalla maggior parte delle persone sul treno. Ma noi no. Noi non ci siamo passati sopra e gliel'abbiamo detto. Non era importante la razza. Che bisogno c'era dell'insulto? Il vagone ci si é rivoltato contro, perché "non li aveva offesi, e sono sempre 'loro' a non pagare". Si è venuto a creare, negli ultimi tempi, un confine molto elastico della definizione di offesa e si va contraendo e impoverendo, oserei dire che si va proprio perdendo, il concetto di rispetto dell'"altro da noi", soprattutto quando l'altro è "altro". E' vero, non siamo più abituati ad indignarci. Tutto scivola nell"in fondo cos'avrá mai detto?".

Ad una ragazza (giovanissima) ho detto se non si sarebbe sentita offesa se l'avessero discriminata perché donna, o di un credo religioso diverso, e lei mi ha risposto di no. No, capite? Anzi ha condiviso un episodio che le era successo all'estero, quando, multata, era stata ripresa con l'epiteto "ah, italiana, ne ero certo". E lei non si era affatto offesa, anzi l'aveva trovato normale...

Io non riesco a capacitarmene, non ci faccio e non ci voglio fare il callo.

E poi c'è gente che ti dice ancora: - Ma che razzista! Razzista sará lei! Io ho una zia nera, sa?

Ecco.

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4 commenti:

  1. Appunto, no al razzismo, nemmeno al "razzismo al contrario", quello contro gli Italiani! che da qualche anno è ancora più diffuso. Io, se non ho timbrato il biglietto, pago la multa, se non lo pagano degli stranieri, che il controllore non sa come possano reagire (sono in gruppi, magari già ubriachi la sera alle 19...), li redarguisce e basta, non osa farli pagare, farli scendere o chiamare i carabinieri. Visto che, alla fine di tutto, io (in quanto Italiana non minacciosa) il biglietto lo devo pagare e loro possono anche non farlo, il razzismo, visto sui fatti e non sulle parole, in che "direzione" è?

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  2. Il punto è: se non hai pagato il biglietto, DEVI essere multato, per rispetto a chi lo paga. Il controllore, però, o chi per lui, in quanto pubblico ufficiale, non può permettersi di fare commenti sulla razza. Applichi il protocollo del caso e chiami la Pol.Fer., se è quello che deve fare! Era necessario il richiamo alla provenienza geografica? NO. Ecco cosa mi ha infastidito.

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  3. hai ragione c'è molta discriminazione e razzismo nascosto come hai detto tu dalla battutina,ma la cosa peggiore di tutto è l'ignoranza che porta la gente a pensare(non tutti ovviamente ma una parte) che siano normali certi comportamenti.secondo me questo succede perchè in molte case italiane si glorifica ancora quel dittatore di Mussolini(si sente dire spesso "Ah se c'era ancora il Duce")secondo me è tutto una questione di mentalità.complimenti per il blog

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  4. Il razzismo è subdolo, silenzioso, nascosto, ma è così comodo! Quanto è facile dare la colpa all'"altro", quello diverso... E' questo che mi fa paura: l'incapacità di prendersi le proprie responsabilità come individuo e non come "genere".

    Grazie per i complimenti :-)

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