giovedì 21 luglio 2011

Stavolta vi precedo e mi tolgo il pensiero: come sopravvivere ad un incontro col vampiro

No, non ho deciso di parlare di fisco, non ancora, almeno. Parlo di altri vampiri: i non-morti. No, ho detto che non sto parlando di politica! Parlo di non-morti veri, quelli che non sono solo morti di sonno, ma morti e basta.

Premetto che, dopo avervi illuminato su come salvarvi dagli zombie, e prima di dovermi rimboccare le maniche e dovervi salvare anche dai vampiri, vi semplifico la vita e vi spiego, una volta per tutte, chi-cosa-come-perchè sui vampiri. Almeno ci provo, visto che ci sarebbe davvero molto da dire.


Innanzitutto, chi è il vampiro? Questo nostro simpatico amico, pallido, emaciato, triste triste, è un pover'uomo (o una povera donna), dotato di canini pronunciati, costretto a vivere in eterno, cibandosi di sangue, possibilmente umano, senza mai potersi esporre alla luce del sole.

Il Vampiro è invulnerabile alle armi convenzionali, ma non mancano i modi per proteggerci e sopprimerlo. Essendo un'esalazione del demonio, per esempio, rifugge le immagini sacre. Le più efficaci sono la Santa Croce e le medagliette di San Cristoforo (che non è quello delle caravelle, ma uno dei 14 padri ausiliari, invocato, nello specifico, in caso di catastrofi naturali, come la peste. O i vampiri). Alla loro vista il Vampiro è costretto a fuggire via, in preda a terribili spasmi di dolore. Tuttavia, questo mezzo funziona solo se si ha fede, quindi, se non credete a sufficienza, cercate altri metodi, perchè questo non vi salverà affatto.

A quel punto, potreste usare aglio, aconito o rose selvagge: il Vampiro non si avvicinerà mai ad un individuo che ne ha indosso, né entrerà in luoghi protetti da questi vegetali. Ora, se volete salvare la vostra relazione, forse sarebbe opportuno utilizzare le rose selvagge, perchè l'aglio potrebbe impedire anche al vostro compagno di avvicinarsi troppo a voi. Al massimo, se proprio volete stare tranquilli, la sera fate una bella spaghettata ajo-ojo-peperoncino e passa la paura. O girate con una corona d'aglio: non sia mai che create una tendenza, chi può dirlo?

Se invece tenete davvero molto alla vostra relazione e non fareste mai nulla che possa metterla in pericolo, vi resta un'ultima cosa da fare: armarvi di (tanto) coraggio e di un bel paletto di legno di Frassino, entrare nel rifugio del Vampiro di giorno, quando il mostro è in catalessi, e piantargli il paletto di frassino appuntito nel petto, due centimetri sotto il cuore, unico punto vitale del Vampiro. La polverizzazione è immediata. 

Ricapitolando: il vampiro non tollera l'aglio (nemmeno io) e muore solo se gli si attraversa un cuore con un paletto di legno di frassino, staccando poi successivamente la testa e seppellendolo corpo e testa in terreno consacrato, ma con la testa ben staccata dal corpo (non si sa sti esseri demoniaci che se riescono ad inventa').

E se vi mozzica il vampirone? Eh? E se vi mozzica? Per usare una citazione colta, mi verrebbe da dire "e mo' so' cazzi tua", d'altronde il mio buon cuore mi obbliga a rasserenarvi:  ci si trasforma in "Vampiri minori", quindi servi del Vampiro da cui siamo stat i trasformati, se si è morsi per almeno tre volte. Ora, va be' la sfortuna di un mozzico, ma a tre un po' ve lo meritate e io non vi salverei comunque.

I cadaveri delle vittime non presenteranno il classico aspetto del morto, con colore livido e macchie di coagulazione sulla schiena, ma avranno un aspetto del tutto normale tranne per le labbra che saranno eccessivamente rosse e non saranno visibili nemmeno i morsi, che scompaiono al momento della morte terrena.

Una volta rianimate, dopo 6/7 ore dal decesso, devono nutrirsi di sangue per sopravvivere, ma non sono vampiri a tutti gli effetti. Per essere Vampiri veri e propri ed assumere tutti i poteri a lui concessi (metamorfosi, telepatia, forza fisica, ubiquità, etc.) occorre essere morsi da un Vampiro morente, che i passerà i suoi poteri, oppure, in alternativa, berne il sangue.



Più probabilmente, la leggenda del vampiro nasce dalla vista dei malati di Porfiria. Infatti, i principali sintomi sono una fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri), una spiccata fotosensibilità (er questo il "vampiro", esposto alla luce del sole, a causa dell'esposizione diretta ai raggi UV, si ustionerebbe. Chiaro, non si ridurebbe a un mucchietto di cenere, ma non passerebbe nemmeno uno dei suoi momenti più felici), l’eritrodonzia (un disturbo che colora i denti di un colore fosforescente), e la  retrazione gengivale (che farebbe sembrare più lunghi i denti). E non è finita: il malato di Porfiria non può assolutamente mangiare, e nei casi più estremi nemmeno toccare, l'aglio. Questo perché l’aglio esalta le tossine presenti nel sangue e fa peggiorare la malattia. I famigliari dei malati di Porfiria, credendo di fare il bene del proprio caro, lo invitavano, inoltre,  insistentemente, a bere sangue bovino o suino per ovviare il pallore e la malattia in generale. Certo. Chi non ne berrebbe?

Un capitolo interessante sarebbe la letteratura e la cinematografia nata intorno a questo tema: intanto, se non l'avete fatto, leggetevi "Dracula" di Bram Stoker,  da cui è stato tratto il celebre film di Coppola, poi ne riparliamo...

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