mercoledì 15 giugno 2011

Al "Gioco del Trono" o vinci o muori (Special Guest Blogger NARSIL)

Anche oggi, per la fortuna di questo blog, che, lo ammetto, sto un po' trascurando (oh, ma ci sono grosse novità in arrivo e saranno tutte condivise!), posso pubblicare un articolo di una blogger amica, Narsil, che spera mi regalerà ancora articoli come questo. Non so quanto sia alta la vostra soglia di spoiler, a me non sembra si dica niente che possa rovinare la sorpresa, ma se proprio siete così sensibili, forse è il caso che prima leggiate i libri o vediate la serie (stiamo parlando di "Game of Thrones", chiaramente), e poi vediate cos'ha da dirci la nostra Narsil al riguardo.

Buona lettura!

Qualche mese fa, vagabondando nei meandri di internet, mi sono imbattuta nel logo di “Game of Thrones”: incuriosita, ho fatto una ricerca. Si trattava di un nuovo telefilm, prodotto dalla HBO, in onda da aprile 2011 solo negli U.S.A, basato sul primo dei sette romanzi che compongono la saga “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin, per l’appunto “Il gioco del trono”.

Non essendo armata di pazienza (mai avuta) e, siccome il detto “la curiosità è donna” mi calza a pennello, ho comprato il primo volume di questa mastodontica saga. In Italia  - visto il volume improponibile del romanzo, di certo non comodo per i viaggiatori/pendolari, e vista la presenza di molti pollici opponibili deboli come i miei, o forse più per una questione di soldi (tanti bei $oldini) - è stato suddiviso in due libri: “Il trono di spade” ed “Il grande inverno”.

Io amo il genere fantasy e questo fantasy dark per una cresciutella come me (NdRNC: !!!) è ancora meglio e quando, grazie allo streaming (santo streaming, io ti adoro!), ho sentito Ned Stark pronunciare il motto di famiglia “Winter is coming” mi sono profondamente innamorata, sia di Martin sia dei produttori HBO...

Questa prima serie è la minuziosa ricostruzione del primo volume de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, a cui George R.R. Martin ha partecipato attivamente (e si vede).
In questa prima parte vengono presentati i principali personaggi che saranno i protagonisti fino alla fine (ma la vedo male) dell’elaborato racconto per la lotta al trono di spade.
In una sinistra atmosfera di stampo medioevale, con una geografia ed una storia assai articolate, si intrecciano le vite di molti (moltissimi) personaggi, la cui presentazione è affidata  a quattro Case.

Casa STARK, di Eddard “Ned” Stark (l'attore che lo interpreta nella serie è Sean Bean, il Boromir de “Il signore degli anelli”, bravissimo come sempre), Lord di grande Inverno e protettore del Nord, amico intimo dell’attuale Re. A lui è affidato il compito di proteggere l’intero regno dalla minaccia degli “Estranei” confinati dietro l’enorme barriera (un muro di ghiaccio).
E' sposato con Catelyn Tully,  inizialmente promessa al fratello, ucciso, però, dal precedente Re), e padre di Robb, Sansa, Arya, Bran, Rickon e di Jon Snow, un figlio bastardo. Fu costretto, dall’amicizia, e non solo, che lo legava al Re, a spostarsi a Sud per divenire Primo Cavaliere, portando con sè le figlie Arya, un maschiaccio mancato, e Sansa, ragazza ben educata e promessa sposa del principe Joffrey.

Casa BARATHEON, a cui appartiene Robert (Mark Addy), attuale  Re ei Sette Regni. Grazie a Ned Stark Jon Arryn (precedente Primo Cavaliere, morto per cause da stabilire) è riuscito a salire sul Trono di Spade, dopo la morte del Re folle Targaryen.

Casa LANNISTER, protettori dell’Ovest, legati al Re poichè Cersei Lannister (Lena Headey, la Regina Gorgo di “300”: non l’avevo riconosciuta, ma è bravissima anche in questo ruolo) ha sposato Robert Baratheon. Sono molto potenti economicamente, ma anche odiati da molti, tra cui casa Stark.
Il fratello gemello di Cersei, Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau), che viene anche detto “lo sterminatore di Re”, era fedele al vecchio Re Targaryen, ma lo uccise pugnalandolo alle spalle, poco prima della sconfitta, per dimostrare la sua falsa fedeltà a Robert.
Per ultimo il fratello “folletto” Tyrion Lannister (Peter Dinklage, attore incredibile a dir poco, il migliore di tutti, sensazionale, interprete anche della divertente commedia macabra “Funeral party”), che compensa le sue “mancanze” fisiche sfruttando l’intelligenza.
Manca in realtà il figlio di Cersei e Robert, Joffrey Baratheon (Jack Gleeson, lo si odia dall’inizio alla fine, ma ha i geni malati, poverino), che sarebbe da considerare più un Lannister che un Baratheon, che è stato cresciuto praticamente esclusivamente solo dalla madre.

Casa TARGARYEN, l’antica dinastia: il primo Re Aegon, detto il Drago (era padrone di draghi), riuscì a  conquistare i regni da Nord a Sud e ad unirli sotto la propria corona. Dopo la morte del Re folle, gli unici a salvarsi, scappando nelle terre libere al di là dello stretto mare, sono Viserys (Harry Lloyd) e Daenerys Targaryen (Emilia Clarke), principi dai capelli biondissimi.
Nella loro famiglia, da sempre praticamente, è usanza sposarsi tra fratelli e sorelle per mantenere  una  linea di sangue “puro”. Viserys però vuole reclamare il trono di spade, suo per diritto di nascita. Per ottenerlo e poter muovere guerra all’usurpatore che ora siede sul trono, concede la  sorella in sposa a Khal  Drogo  (Jason Momoa), capo di una  spietata  tribù  di “viziosi”, che ha al suo seguito migliaia di uomini utili al suo scopo.
Figlia del drago, Dan è sottomessa dal fratello padrone, ma il gioco è interamente nelle sue mani e sarà lei a decidere le sorti del suo futuro e forse dei Sette Regni (perché altrimenti chiamarle “Le cronache del ghiaccio”  - il Nord, famiglia Stark -  e “del fuoco”? -  il Drago, famiglia Targaryen), terra lontana di cui lei, allora neonata, non ricorda nulla.

Ve lo dico subito, Martin non è gentile con i suoi personaggi e, se credete che il bene trionfi sempre, rivolgete lo sguardo altrove, perchè non è questo il caso. Il bello sta proprio in questo.

L’intreccio è notevole, da gustare puntata per puntata, e non potrete non chiedervi “no, che cavolo succede ora? Chi vive? Chi muore? Perché?”.

Il linguaggio è  forte e le immagini sono crude: un tripudio di sangue, sesso (manca solo Rocco), violenze, squartamenti, tradimenti e intrighi.

Il destino è tragico per molti innocenti. La storia è appassionante, tossica.

E' una serie che letteralmente ti tiene col fiato sospeso fino alla fine. Insomma l’ho letto, so cosa succede, ma in alcune puntate credo di avere trattenuto il fiato fino a quando lo schermo non è diventato nero e sono partiti i  titoli di coda …  “cavolo, ora devo aspettare una settimana” … respiro...

Narsil

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